Dall’attenzione ai dettagli all’apertura a nuove possibilità e pratiche. E’ stato questo il tema affrontato nell’incontro di formazione interna che ha coinvolto nei giorni scorsi quindici educatrici di asilo nido.
“Un dettaglio è un tesoro,
un vero tesoro.
Non c’è tesoro più grande di un piccolo dettaglio.
Un solo, minuscolo dettaglio può illuminare una giornata.
Un solo, minuscolo dettaglio può cambiare il mondo”.
E’ iniziato con la lettura di queste parole, tratte dal libro “Gli uccelli” di G. Zullo e Albertine, l’incontro di formazione coinvolte nella visita del nido comunale che gestiamo a Pregnana Milanese.
Dall’anno scorso, infatti, Koinè ha deciso di dare valore alle competenze, alle esperienze e alle pratiche possibili che ogni nido porta avanti nel suo lavoro quotidiano con bambini e famiglie. Per farlo, una volta all’anno, una rappresentanza di ciascun nido visita un altro servizio affine per natura, ma diverso per ciò che si trova a vivere nel quotidiano.
L’idea di fondo è che attraverso il confronto, la condivisione e gli incontri di somiglianze e differenze sia possibile rimettere pensiero e ridare senso a ciò che di fa, anche grazie all’esperienza dell’altro.
Questo “altro”, che sia un servizio educativo con il suo gruppo di lavoro, una famiglia o un bambino è una risorsa e un’occasione per crescere.
Il tema dell’incontro a Pregnana è stato l’uso possibile di materiali destrutturati, le proposte e gli allestimenti a partire dall’osservazione dei gesti, dei movimenti, delle parole e delle emozioni dei bambini e delle bambine che incontriamo. Infatti, attraverso una cura e un’attenzione a questi aspetti, che spesso diventano dettagli piccoli che ci sfuggono, è possibile fare proposte, creare contesti ed esperienze di apprendimento in grado di avvicinarsi ai bisogni dei bambini.
L’obiettivo è un lavoro di costante ricerca di quelle che possono essere le domande che (forse) si fanno i bambini mentre giocano e vivono il loro quotidiano. La scelta di spazi e materiali richiede un grande sforzo di integrazione tra la parte organizzativa e le riflessioni e le pratiche educative. La condivisione di gruppo, le domande, la discussione delle criticità, il tentativo di avere uno sguardo che non pretende di sapere le risposte, ma è disponibile all’ascolto delle domande sono strumenti per rendere di qualità i servizi educativi che ci troviamo a gestire, attraverso un’apertura costante e quotidiana alla creazione di nuove possibilità per le persone che incontriamo, bambini o adulti che siano.
Testo a cura di Silvia Mozzi, Responsabile pedagogica