Le riflessioni su spazi e materiali in un servizio educativo sono uno degli aspetti maggiormente curati e guardati nei nidi e nei centri per la prima infanzia della cooperativa sociale Koinè. Lo sguardo verso la scelta dei materiali, l’allestimento, la strutturazione di ogni luogo vissuto da bambini piccoli, dalle loro educatrici e spesso anche dalle famiglie è un punto di partenza fondamentale per svolgere un lavoro di qualità , in grado di rispondere ai bisogni degli utenti e di tentare il difficile lavoro di connessione tra teorie pedagogiche e pratiche educative.
Nell’anno 2017-2018, le educatrici del nido comunale e del centro prima infanzia di Pregnana Milanese hanno cambiato alcuni spazi. E’ nata la “Stanza Eureka”, che viene così raccontata dalle educatrici:
“È lo spazio delle esplorazioni, delle scoperte, invenzioni e costruzioni. L’allestimento è realizzato con materiale principalmente naturale e povero, apparentemente insignificante come: pigne, tronchi, pezzi di legno, sassi, conchiglie, corde.
Questi oggetti cambiano di senso e significato ogni volta che i bambini giocano, consentendo di potere fare un gioco differente, diventando sculture, costruzioni, cose da contare, classificare o seriare.
Questi materiali naturali, definibili “intelligenti” (Materie intelligenti, a cura di Guerra M.. 2017), possono contribuire allo sviluppo di una mente intraprendente, concentrata, capace di trovare soluzioni e rispondere ai problemi.
Inoltre, consentono di mantenere una continuità tra il dentro e il fuori, portando all’interno del nido un po’ di natura che non basta mai, materiali che i bambini incontrano all’esterno e che possono divertirsi nel raccoglierli e trasferirli all’interno, abbellendo loro stessi gli spazi”.
I materiali scelti, come ben descritto dalle educatrici, sono destrutturati, ovvero non hanno una funzione di utilizzo preconfezionata, stabilita e dalla risposta esatta. Proprio per la loro semplicità, sono materiali che nascondono in sé un potenziale e una ricchezza enorme, perché contribuiscono a sviluppare una mente flessibile e creativa, capace di stupirsi e meravigliarsi per la più piccola e semplice cosa. Il senso di questo spazio e tipologia di attività è quello di mettere a disposizione dei bambini diversi oggetti e di lasciarli esplorare spontaneamente. Usare materiale di origine naturale, o di riciclo, che si connota come altamente destrutturato, permette al bambino di trovarsi di fronte degli oggetti che siano “vicini” a ciò che avviene in lui, in modo differente e individuale e che permettano l’espressione e la possibilità di un’esperienza di crescita, di bellezza e stupore.
Osservare un piccolo gruppo di bambini di 18 o 24 mesi entrare in una stanza allestita con cura, con pezzetti di rami di albero, tagliati e smussati, di pigne, di bucce di mandarino essiccate, di coni di cartone riciclato o di corde e pezzetti di gomma per innaffiare di recupero è un’esperienza che ha a che fare con la meraviglia. Si rimane fermi lì e non sembra possibile osservare in quel microcosmo, spesso silenziosissimo, avvenire processi di crescita, apprendimento, scoperta, cura in modo fluido e naturale. Ciò che è dentro si esprime nel fuori attraverso la capacità immaginativa e creativa e si dà la possibilità ai bisogni psichici e naturali di ogni bambino di emergere.
Questa esperienza è stata possibile grazie ad un attento e costante lavoro di osservazione dei bambini: cosa facevano, come usavano i materiali, che tipo di giochi emergevano, quali parole, quali relazioni con i pari o con l’adulto. È infatti solo a partire da questo tipo di sguardo che è possibile accompagnare alla crescita senza forzare processi di apprendimento, ma cercando di cogliere e di tentare di rispondere ai bisogni “evolutivi” dei bambini e delle bambine che incontriamo in modo globale.