Come gestire in famiglia l’emergenza Coronavirus, suggerimenti da Astrolabio

Da diverse settimane ci ha raggiunto l’emergenza Coronavirus, un “corpo estraneo” sconosciuto che ci spaventa, stravolge la quotidianità, ci obbliga a stare in casa, fa stare distanti: cosa possiamo fare, per evitare che questa situazione ci travolga e ci getti nel panico o nello sconforto? L’equipe di Astrolabio centro specialistico – il benessere a misura di persona ha elaborato alcuni suggerimenti per gestire meglio questa emergenza.

Possiamo fare come l’ostrica, che trasforma il granello di sabbia da cui è stata invasa in una perla, unica, bellissima, preziosa. Noi di Astrolabio abbiamo pensato a dei piccoli suggerimenti per affrontare l’emergenza CoViD19 anche dal punto di vista psicologico, con l’augurio che ciascuno possa trasformare il difficile momento presente in opportunità di crescita, creatività, riscoperta di sé e dell’altro.

Contatti creativi alternativi

Constributo di Vera Pasquino psicologa

Visto che baci, abbracci e strette di mano in questo periodo sono vietati possiamo inventarci nuovi modi di esercitare un contatto, ad esempio, si può:

  • allargare il pensiero verso chi è malato – di CoViD19 come di qualsiasi altra malattia – e si sente solo, angosciato; il pensiero si espande e arriva anche ai famigliari di chi non sta bene, che vivono altrettanta sofferenza, rabbia e senso di impotenza.
  • lanciare uno sguardo di ammirazione e gratitudine a chi quotidianamente si prende cura di chi è malato: personale ospedaliero e non, medici, infermieri, specializzandi e studenti sono ormai allo stremo delle forze ma non rinunciano nemmeno per un secondo al proprio ruolo.
  • far affiorare un sorriso sul viso di tutte le bambine e i bambini che stanno vivendo questa situazione particolare ed esprimono, a modo loro, un arcobaleno di sentimenti: curiosità, paura, rabbia, smarrimento, fiducia. Pure loro hanno bisogno di fare domande, anche se piccoli: bisogna avere il coraggio di … essere e stare alla loro altezza.
  • strizzare un occhio alle ragazze e ai ragazzi che si ritrovano, quasi paradossalmente, a non veder l’ora di tornare a scuola – chi l’avrebbe mai detto?! A loro bisogna insegnare a riconoscere dentro di sé una forza incredibile, mai vista: la forza di convivere con il vuoto, la noia, l’immobilità, l’attesa, l’indeterminatezza.
  • dare voce ai genitori (chi continua a lavorare, chi lavora da casa, chi è confinato in quattro mura ormai da settimane,…): a loro va riconosciuta la funambolesca capacità di organizzazione creativa del quotidiano. Non sempre è facile, non è scontato riuscire a stare in costante e continuo contatto con i propri figli. In fondo, è un po’ come stare in costante e continuo contatto con il proprio essere piccoli.
  • prestare orecchio a chi è e/o si sente solo: questa condizione, indispensabile per la salute di tutti, può amplificare però il silenzio assordante che riempie le abitazioni di chi si trova da solo. Il suono non si propaga nel vuoto, è necessario riempire gli spazi relazionali con vibrazioni emotive autentiche.
  • non perdere di vista chi è preoccupato anche per il proprio lavoro: in questo periodo in cui è fondamentale mantenere le distanze, c’è anche la necessità di tenere strette a sé le proprie certezze, per sé e per gli altri che si hanno accanto.

Infine, ma non meno importante, entrare in contatto con sé stessi: abbracciare le proprie paure, accarezzare i propri desideri, assaporare il proprio tempo … nulla di più complesso, nulla di più prezioso.

 

Vademecum COVID19

RICERCA DI INFORMAZIONI

“Che ansia, questo bombardamento di informazioni! E che confusione!”

In questo periodo si naviga in una marea di notizie, spesso allarmanti. Ricercare costantemente notizie sui media e sui social può diventare controproducente: meglio affidarsi alle comunicazioni scientifiche e istituzionali:

ANSIA E PANICO

“Tutti in preda al panico! Perché così tanta paura?”

La patologia CoViD19, causata da contagio del virus SARS-CoV-2, è nuova e, come tutto ciò che è sconosciuto, fa paura. Anche non avere notizie certe sul decorso della malattia e sul tempo necessario a rientrare dallo stato di emergenza può far percepire un senso di perdita di controllo: si mettono in atto comportamenti irrazionali, a volte anche rischiosi. Imparare a “navigare” in modo consapevole tra i nostri pensieri e le nostre emozioni, anche spiacevoli, a conoscerli e accoglierli, aiuta a governarli e a non farsi governare da essi.

SOTTOSTIMA DEL RISCHIO

“Io sto bene, perché devo stare chiuso in casa?”

Un’altra possibile reazione alla paura è la minimizzazione del pericolo, soprattutto se è esso è rappresentato da qualcosa di “invisibile” e che può manifestarsi non immediatamente, ma nel giro di qualche giorno. Passare dalla routine rassicurante alla straordinarietà dell’emergenza è complicato per tutti: aiuta pensare non tanto a ciò a cui si è costretti a rinunciare, ma a ciò che ancora è e sarà possibile fare. In questa situazione è altrettanto importante recuperare un protettivo senso di comunità e collettività.

Per le ragazze ei ragazzi è ancora più complesso rinunciare ad uscire, a stare con gli amici, a ridurre i contatti: quello che si può fare per aiutarli a capire l’importanza del loro sforzo è evitare il senso di colpa (“Di che ti lamenti, c’è chi sta peggio di te”, “Non capisci che così metti in pericolo i nonni?”) e promuovere il senso di responsabilità (“Il tuo contributo è fondamentale”, “Discutiamone, voglio sapere che ne sai, che ne pensi”); un altro passo importante riguarda l’esempio degli adulti, che dovranno sforzarsi ad essere i primi ad assumere comportamenti di tutela verso sé stessi e verso gli altri.

SENSO DI SMARRIMENTO E VUOTO

“Tre giorni di quarantena, e sono/siamo già esaurito/i!”

In questo periodo stare a casa (per chi può farlo) è fondamentale: ci si trova però spesso ad affrontare lunghi tempi da riempire in spazi spesso ristretti. Per non lasciarsi inghiottire dal vuoto può essere utile organizzare la giornata, mantenendo il più possibile una regolarità e alternando lavoro (o studio), relax, esercizio fisico, svago. Può essere l’occasione per rispolverare vecchie passioni o per scoprirne di nuove: questo aiuta anche a fronteggiare eventuali sensazioni di ansia, angoscia, tristezza che possono raggiungerci in questo momento particolare.

Anche in famiglia può essere utile ri-stabilire delle “regole” di convivenza, per riattivare e rinforzare in ciascuno il senso di responsabilità e di rispetto reciproco: con bambini e ragazzi si possono costruire e colorare cartelloni con ciò che ciascuno può e deve fare per contribuire alla convivenza in quarantena; è consigliabile inoltre organizzare turni di utilizzo di tv, internet e videogiochi, in modo da gestire la permanenza davanti ai dispositivi elettronici e da condividerne l’utilizzo.

SINTOMI DEPRESSIVI

“Stare a casa per tanto tempo … mi toglie le forze, mi fa rattristare”

In un tempo relativamente breve è stato chiesto a tutti (grandi e piccoli) di riadattare le proprie routine e abitudini ad una situazione totalmente nuova; il cambiamento richiede tempi di adattamento che variano da persona a persona e in alcuni casi può essere associato a sentimenti di perdita: senso di sconforto (“non so se usciremo mai da questa situazione”), solitudine (“accendo la tv per non sentire il silenzio in casa”), impotenza (“non so come fare per aiutare i miei famigliari, sono preoccupato per loro”, “mi sento inutile”). Può essere utile accogliere tutte queste sensazioni senza banalizzarle e ricordare che lo sforzo che si sta facendo è davvero di enorme impatto sulla collettività; è questo il momento per riattivare un po’ di creatività e ricercare alternative per rimanere in contatto con sé stessi e con gli altri.

RABBIA E FRUSTRAZIONE

“In questo periodo vorrei fare un sacco di cose, ma non posso … che rabbia!”

Oltre al cambiamento, molti di noi, grandi e piccoli, hanno dovuto a rinunciare a impegni che scandiscono la nostra quotidianità o che si attendevano da tempo: questo può provocare un senso di frustrazione, di ingiustizia, di rabbia. Dopo aver accolto questi sentimenti lasciando “fuori dalla porta” il senso di colpa, come fare per andare oltre e far … sbollire la rabbia?

La parola “crisi” deriva dal termine greco krino che significa “decido, scelgo”: ecco allora che possiamo raccogliere le energie per trasformare questa attesa, questa “sosta forzata” in opportunità per scegliere come far rifiorire i contatti, i progetti, i programmi per il futuro.

CHIEDERE AIUTO

“Sto davvero male, non vedo vie d’uscita … aiuto!”

Ansia, tristezza, senso di vuoto e rabbia sono emozioni che tutti possiamo provare in questo periodo complicato. Se però si sente che la loro frequenza e la loro intensità stanno aumentando e arrivano ad intralciare lo svolgimento delle attività quotidiane, è importante non sottovalutarle. Possiamo mettere da parte il timore e la vergogna e chiedere aiuto a professionisti qualificati e pronti a sostenere noi e le persone al nostro fianco. In questo periodo psicologi e psicoterapeuti si stanno attrezzando per attivare anche online percorsi di sostegno individuale o di gruppo. Chiedere aiuto è il primo passo per far fronte ai cambiamenti.

MAMMA, PAPÀ, CHE SUCCEDE?

“Come spiego ai bambini cosa sta succedendo?”

Anche i bambini percepiscono il cambiamento e leggono nei volti degli adulti lo stress, la preoccupazione, la stanchezza: non hanno necessariamente bisogno di sapere che andrà tutto bene, ma di conoscere ciò che succede. Ciò che viene nascosto, omesso, induce i piccoli a crearsi spiegazioni con la loro innata e sconfinata fantasia: certo, è necessario anche proteggerli dal bombardamento mediatico di questi giorni. Servono allora spiegazioni adatte all’età, un linguaggio semplice, esempi concreti, metafore. Ad esempio, sul tema dell’emergenza “Sai quando passa l’ambulanza per strada, con le sirene? Tutte le macchine si fermano per lasciarla passare: ecco, stare a casa, anche se un po’ difficile, è come far passare l’ambulanza, cioè più stiamo a casa più velocemente passa l’emergenza”.

E DOPO L’EMERGENZA?

“Come sarà il ritorno alla quotidianità?”

L’emergenza CoViD19 sta sollevando moltissime domande (“Quando finirà? Quando potremo tornare al lavoro/a scuola? Quando sarà disponibile un vaccino?”): non ultimi e da non sottovalutare i punti interrogativi riguardo il modo in cui sarà possibile riprendere la quotidianità (“potremo sin da subito riprendere tutte le attività? Quanto sarà complesso riscoprire il contatto fisico? Quanto farà paura stare in mezzo alla gente? Quanto ci vorrà per ri-abituarsi alle solite routine?”). Queste domande al momento non hanno ancora una risposta, e questa situazione può aiutarci a scoprire o allenare la nostra capacità di attendere, di sostare nell’incertezza, di navigare nell’imprevisto, di resistere nell’ignoto … difficile, eh?! Però si può provare, magari scopriamo qualcosa di nuovo di noi stessi e del mondo che ci circonda … buona navigazione!

Dove trovare un aiuto

Il Centro specialistico Astrolabio si è organizzato per fornire un supporto psicologico online nel difficile periodo di quarantena che tutti stiamo vivendo. Se non riesci a gestire l’ansia o se la tristezza bussa alla porta puoi contattarci, organizzeremo una videoconsulenza con i nostri professionisti, perché #lopsicologotiaiuta.

I dialoghi con lo psicologo possono essere individuali o in gruppi da 5 da noi formati in base alle richiesta. Le consulenze saranno  in videochiamata via Skype o Whatsapp.

Per prenotare scrivi a  prenotazioni@koinecoopsociale.it oppure chiama tel 3209572736

Condividi su

News

Credits

Immagine coordinata e creatività:
lateral.biz

Sviluppo: 
dotnext.it