“Minori e famiglie fragili – costruire nuove alleanze di comunità” – è stato il tema dell’incontro organizzato da Comuni Insieme e dal Comune di Senago il 13 novembre 2024, per contribuire alla riflessione in vista del nuovo Piano Sociale di Zona 2025-2027.
In questa occasione abbiamo portato il nostro contributo raccontando del progetto ’Team Titan’s – Essere Forti Insieme’.
Che osservazioni vengono dall’esperienza di Team Titan’s sulla sofferenza psichica dei ragazzi/e?
In circa 12 mesi di progetto sono stati incontrati 110 ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 16 anni inviati da UONPIA: più della metà ha tra i 13 e i 15 anni; si riscontra un’equa distribuzione tra maschi e femmine, un periodo di presa in carico medio di circa 4-5 anni (con picchi di 8/9 anni) e una scarsa presenza di stranieri.
Si rileva un abbassamento dell’età media di insorgenza dei primi sintomi che si posiziona tra i 9 e i 10 anni.
A livello psicologico, le problematiche maggiormente emerse sono disturbi dell’umore, difficoltà nella gestione delle emozioni e tendenza all’isolamento sociale. I dati dell’azione di valutazione di progetto dimostrano che negli ultimi 6 mesi su 45 invii 17 sono stati approfondimenti diagnostici “leggeri” e solo 3 di 17 si inquadrano in disturbi di ambito psichiatrico. Una volta intercettati hanno avuto una risposta in tempi brevi con indicazioni chiare ed eventuali invii a ulteriori azioni di progetto che fornissero continuità e supporto anche alle figure genitoriali. Di recente al progetto stanno accedendo ragazzi con isolamento sociale parziali (o scuola ma presente qualche relazione pomeridiana o viceversa) che in genere affonda le radici ad anni prima con già frequenze faticose e rapporti con i pari difficili.
I dati di ricerca indicano che non sono modificati i numeri degli accessi, che ad oggi sfiorano quelli del 2019, ma le commorbilità. Quello che il progetto sta provando a fare con questi ragazzi è quello di sostare e provare a nominare queste differenti forme di malessere e cercare di non dare difensivamente solo risposte sanitarizzate. Lo sforzo è quello di renderle multidisciplinari perché multidimensionale è il loro mondo emotivo quando ci si entra
Lavorare sulle emozioni e sulle relazioni
Dopo una prima risposta difensiva c’è un forte riconoscimento della figura educativa: un adulto che ascolta interessato e che cerca di capire senza giudicare, un adulto che cerca di nominare con loro delle parti di sé e nominare i confini, le forme di relazioni che sperimentano
L’alleanza con i genitori e le famiglie quanto conta, come conta?
Alle volte il lavoro necessario sembrerebbe proprio con i genitori…senza dimenticare gli altri figli, se ci sono. Ma noi come stiamo progettando i servizi e gli interventi? Abbiamo incontrato genitori, genitori che faticano ad essere un punto di riferimento, genitori stessi con fragilità, in una società sempre più complessa, in una fase di cambiamento di modalità aggregative, relazione e emotive dei figli
Sono genitori che hanno completato gli studi e hanno un impiego fisso: il che apre alla complessità di avvicinare questa fragilità e individuarne le radici
L’alleanza con la figura educativa e psicologica è fondamentale: prendersi cura delle parti di sé diventa centrale e significa costruire percorsi di recupero della figura genitoriale. Abbiamo incontrato genitori molto fragili in cui non solo serve lavorare sulla coppia o sulla loro genitorialità ma anche sulla loro individualità. Servirebbero quindi azioni strutturali e continuative per garantire anche agli adulti il supporto necessario e costante.
I dati della ricerca “neurosviluppo, salute mentale e benessere psicologico di bambini e adolescenti in Lombardia 2015- 2022” nelle conclusioni in merito al periodo post pandemico mettono in luce che:
• si rileva un incremento marcato degli accessi nelle femmine, negli adolescenti e per comportamenti suicidari;
• si evince un ulteriore incremento della complessità delle situazioni cliniche (già presente in epoca pre pandemica);
• permangono rilevanti criticità nella intensità e continuità di cura, anche per le situazioni più gravi, nonostante l’enorme sforzo in atto per garantire risposte;
• si riscontra un incremento di ricoveri in reparti non appropriati (psichiatria, pediatria, altri);
• aumenta la saturazione del sistema e l’effetto spostamento in contesti di minore appropriatezza o fuori dal sistema sanitario pubblico di una parte della popolazione (in particolare per i minori di genere maschile, nei primi anni di vita e con disturbi più lievi, neurologici o del linguaggio e apprendimento) con impatto sulle liste d’attesa, minore possibilità di diagnosi precoci e conseguenze sulle prognosi nel lungo periodo
Servono figure che devono diventare struttuarali, come quella sperimentata nel progetto e definita “ponte/cerniera”, incaricata da Uonpia e in stretta connessione con il partner i servizi e il territorio, per filtrare e orientare una risposta diversificata e non sanitarizzante anche per non appiattire e semplificare la complessità dei bisogni portati. Serve ricomporre i punti di vista di tutti gli specialisti e provare a coprogettare con famiglie, ragazze ragazzi.
Più in generale che apprendimenti per i servizi sociali e terzo settore?
Abbiamo imparato che rete deve essere necessariamente multicomposita e quindi includere proattivamente sanità pubblica, servizi pubblici ma anche terzo settore e privato sociale. Ciò che funziona è stato attivare un processo di conoscenza tra professionalità differenti, e passare ad un riconoscimento reciproco di competenza diverse e complementare. Le risposte del singolo professionista non rispondo più alla complessità a cui siamo chiamati a rispondere. E’ importante configurare non solo un passaggio di informazioni ma di scambio e coprogettazione di intervento (quindi relazioni stabili tra professionisti)
Non ultima per importanza la governance come luogo di pensiero, narrazione e condivisione che deve quindi vedere tutti gli enti coinvolti per mettere a terra una rete fatta di relazioni, scambi e dove necessario accompagnamenti. Luogo dove pensare ad azioni estese e diffuse dove incontrarsi anche per co-progettare e co-programmare facendo convergere le energie e le risorse
Infine azioni che consentano agli operatori di parlarsi e fare rete: anche questo compartecipa al comunicare un supporto forte e costante per i genitori e i ragazzi e le ragazze che decideranno di affidarsi
Una seconda parola d’ordine è moltiplicare i luoghi e i servizi. Pensare luoghi ibridi (alcune delle azioni di progetto sono state spostate negli hub) consente risposte non etichettanti e ghettizzanti e veicola il messaggio che il benessere è una questione di comunità che va co-costruita facendo della prossimità uno strumento di lavoro e puntando su azioni di sensibilizzazione
Anche su questi temi delicati attivare la comunità: associazioni, biblioteche etc per creare risposte possibili, luoghi di promozione e benessere. Grande assente del nostro progetto è la scuola, luogo naturale per i ragazzi, che è stata inserita in quello che speriamo potrà essere un ulteriore progetto presentato evoluzione di Team titan’s perché se da una parte va in continuità dall’altra ne acquisisce gli apprendimenti.
In chiusura è stato letto un brano tratto dal libro “Vigliacchi – Il mio j’accuse al mondo degli adulti” di Amelia C.
“Sembrate sempre insofferenti, affaticati, sotto stress. Perché avete smesso di leggere, di parlare tra di voi, di discutere del vostro futuro, non di quello del mondo? Per cosa soffrite? Per cosa gioite? Avete paura? Vi sentite al sicuro? Qual è il vostro talento? Cosa pensate di me, come soggetto nel mondo, non come figlia a cui riservate affetto e bene? Potete volermi bene anche se non mi stimate? Chi avreste voluto essere? Siete appagati? Nutrite speranze? Per una volta sfogatevi, dite tutto quello che pensate. Perché guardate che rimuginare continuamente, senza dar sfogo alle proprie emozioni è malsano, produce herpes, quando va bene, irritazione alle vie urinarie, rigonfiamento del fegato, perdita di capelli. (…) Voi ritornate a giocare! Tornate a ridere se volete ancora la legittima utopia di coltivare la speranza di accendere un falò”.
Il progetto ’Team Titan’s – Essere Forti Insieme’ è nato per rispondere tempestivamente ai bisogni dei ragazzi e delle loro famiglie a seguito del lungo periodo di traumi e disagi derivanti dall’emergenza COVID-19 nasce nel garbagnatese il per garantire loro gratuitamente assistenza e supporto psico-educativo. Il progetto è finanziato da Fondazione Cariplo con il Bando ‘ATTENTA-MENTE Prendersi cura del benessere emotivo, psicologico, relazionale di bambine e bambini, ragazzi e ragazze’ con capofila Koinè cooperativa sociale e i partner Azienda Speciale Consortile Comuni Insieme, Comuni di Novate Milanese e di Paderno Dugnano, ASST Rhodense, Consorzio SIR Solidarietà In Rete, ABPSI cooperativa sociale, Spazio Giovani impresa sociale.
Le ragazze e i ragazzi dagli 11 ai 16 anni del territorio riceveranno una risposta più ampia e articolata alle manifestazioni di malessere e disagio rilevate dai servizi territoriali grazie al progetto ’Team Titan’s – Essere Forti Insieme’ per prevenire forme di disagio e di malessere psico-fisico. Il progetto avviato nel febbraio 2023 proseguirà fino al dicembre 2024.