Un passaporto alla mano, tre paesi da attraversare e tante esperienze da condividere: si è svolta così, in un’atmosfera calda e partecipata, la riunione di fine anno al Nido Golgi-Redaelli di Milano. Un’occasione speciale che ha coinvolto educatrici e famiglie in un vero e proprio viaggio simbolico, durante il quale gli adulti coinvolti hanno esplorato assieme le ricerche e le scoperte dei bambini, suddivise in tre paesi simbolici. Ogni paese ha rappresentato un aspetto fondamentale del percorso educativo di quest’anno: la costruzione, le emozioni e il lasciar traccia.
L’esperienza è stata resa ancor più immersiva per i genitori che sono stati accolti ricevendo un passaporto con tre disegni raffiguranti i tre paesi, pronto da essere convalidato alla fine di ogni tappa esplorata. Inoltre, i genitori sono stati suddivisi in tre gruppi, ognuno dei quali è partito da un paese diverso e, ruotando tra loro, ogni gruppo ha visitato tutti i paesi del viaggio.
Tre “paesi” per raccontare un anno: costruzione, emozioni, lasciar traccia
Nella città della costruzione i genitori hanno avuto l’opportunità di esplorare e giocare liberamente con delle scatole di forme diverse ed ecco che sono nate progettazioni in collaborazione, attraverso cui hanno costruito in modo creativo torri altissime, palazzi, ponti, sperimentando l’equilibrio sia degli oggetti che dei loro corpi. Dopo la messa in gioco dei genitori, due educatrici del Nido hanno raccontato loro che cosa si intende per costruzione nei bambini, ovvero conoscere il mondo attraverso l’esperienza diretta con i materiali, con protagonisti il corpo e i sensi. In questo anno educativo i bambini hanno costruito strutture di pensiero e idee partendo dall’afferrare e portare alla bocca, arrivando a battere, infilare, incastrare, impilare, prendendo confidenza con il principio di causa-effetto, gli equilibri, la verticalità, i pesi, le grandezze. Tutto questo ha permesso ai bambini di affinare la motricità fine e grossolana e conoscere sempre di più i materiali destrutturati e naturali, arrivando a costruire con intenzionalità e collaborazione tra loro, attraverso il fare, il dialogare e il condividere e emozioni.
Nel paese delle emozioni due educatrici e i genitori hanno esplorato tre emozioni, ovvero la paura, la rabbia e la felicità, e parlandone hanno costruito assieme una mappa che ha evidenziato come ogni emozione non sia a sé, ma sempre intersecata e comunicante con le altre. È stata una conversazione partecipata, simile a quella che avviene tra educatrice e gruppo di bambini, con domande come ad esempio “Come fate a capire se una persona è arrabbiata, impaurita o felice?, “Quando voi provate queste emozioni?”. Questo discorso si è completato con l’illustrazione di “Ciro e Beba” e le loro storie, con cui i bambini hanno affrontato il tema delle emozioni, hanno iniziato a riconoscerle sia nelle espressioni dei volti che nelle parole. È stato fondamentale far conoscere ai bambini anche gli strumenti per una gestione e risoluzione delle situazioni e una rielaborazione del vissuto emotivo. Tutto questo permette ai bambini di comprendere il proprio stato emotivo, ma anche quello altrui e questo sguardo empatico diventa attivatore di comportamenti pro-sociali, come la condivisione, la collaborazione e il supporto reciproco.
Nella valle del lasciar traccia due educatrici hanno chiesto ai genitori “Cosa significa per voi lasciar traccia?”. Con le risposte emerse è stata creata una nuvola di parole, i cui termini più ricorrenti sono stati ricordo, legame, segno, presenza, impronta, sporcarsi, sica, cambiare, legame, memoria, relazione, emozione. Successivamente, le educatrici hanno raccontato cos’è stato il lasciar traccia per i bambini in questo anno educativo. Si è partiti dal lasciare tracce sonore di sé attraverso la voce e di quelle prodotte dal proprio agito sui materiali, passando poi alle tracce corporee, sia quelle che i corpi dei bambini hanno lasciato nel loro incontro con gli altri, creando così un sempre più profondo senso di appartenenza ad un gruppo, sia quelle che i corpi dei bambini hanno lasciato sui materiali come sabbia, terra, argilla, colori. Inoltre, i bambini hanno avuto l’opportunità di lasciare tracce di sé anche attraverso le luci e le ombre del proprio corpo, del corpo altrui e dei materiali e, attraverso l’uso del proiettore, anche la consapevolezza di aver costruito loro stessi ciò che osservavano in tempo reale proiettato sul muro. In giardino i bambini hanno trovato tracce di lumaconi e formiche e sono stati supportati nella loro ricerca dalle educatrici che hanno fornito loro lenti di ingrandimento per osservarli meglio e li hanno guidati nella scoperta degli insetti e dei loro bisogni. Infine, un altro aspetto fondamentale raccontato ai genitori è stato il trasmettere tracce da parte dei bambini agli altri bambini, diventando loro stessi promotori di competenze acquisite e ciò ha contribuito a rafforzare le relazioni tra loro, il loro senso di appartenenza e la loro memoria condivisa.
Il tavolo della condivisione: riflessioni e legami
Il viaggio si è concluso nel giardino del nido attorno ad un simbolico tavolo della condivisione, ovvero un momento di riflessione finale in cui la coordinatrice, le educatrici e i genitori si sono ritrovati per condividere le loro impressioni su questo viaggio ricco di sfide, ricerche, scoperte ed emozioni. Questo incontro ha arricchito il percorso educativo e il legame tra Nido e famiglie, nella continua ricerca di un miglioramento condiviso ed è stato anche un’occasione preziosa per riflettere sull’importanza della condivisione, del dialogo e del lavoro di gruppo.
Gli interventi dei genitori hanno restituito il valore profondo di questo momento. Eccone riportati alcuni: “Questi momenti servono a noi genitori per comprendere ciò che vediamo fare ai nostri bambini a casa”; “I racconti di oggi mi hanno fatto capire a pieno il senso di alcune foto che mi erano state condivise su Kindertap”; “Il viaggio in questi tre paesi mi ha fatto riflettere su quanto sia cresciuto mio figlio grazie agli stimoli ricevuti.”.
Una comunità che cresce insieme
Questo incontro ha rappresentato molto più di una semplice riunione: è stata l’espressione di un patto educativo che coinvolge bambini, famiglie e personale educativo. Un viaggio simbolico, ma anche reale, fatto di ascolto, dialogo, relazione e crescita condivisa.
(testo di Daniela Galli, educatrice del nido Golgi)