Outdoor education creando un orto all’asilo

Abbiamo zappato, coltivato, atteso e ci siamo presi cura degli orti durante il corso di formazione “Orto e giardino educativo al nido e nella scuola dell’infanzia” organizzato nell’asilo di Vimodrone lo scorso novembre. 

PERCHE’ ABBIAMO ORGANIZZATO IL CORSO SUGLI ORTI NEGLI ASILI NIDO

Il desiderio era darsi un tempo dedicato a ragionare sulla possibilità di progettare e realizzare interventi capaci di modificare gli spazi esterni dei servizi educativi attraverso l’introduzione e la coltivazione di piante (ortaggi, piante ornamentali, aromatiche) per favorire le dinamiche di apprendimento e trasformarli in luoghi di esperienza, valorizzando anche quelli di dimensioni ridotte o privi di terreno coltivabile.

Il tema si inserisce nel filone della outdoor education, sempre più diffusa e sperimentata nei servizi prima infanzia gestiti dalla cooperativa.

Sono stati così affrontati temi riguardanti l’uso di materiali vegetali e non, le soluzioni tecniche e gestionali che consentono la trasformazione degli spazi esterni dei nidi e delle scuole dell’infanzia in ambienti di apprendimento, la progettazione e auto-progettazione di interventi in una logica low–cost e di realizzazione per fasi successive e complementari, anche con il coinvolgimento delle famiglie.

Presenti una ventina di partecipanti: educatrici di nido, tra cui alcune socie di Koinè, maestre della scuola dell’infanzia, una corsista responsabile di una fattoria didattica, un’altra proveniente dal MUSE di Trento, educatori ambientali e volontari dell’APS Controcultura di Vimodrone. Nonostante il tempo inclemente, hanno trascorso due giorni a vivere esperienze concrete di lavoro con la terra e a scoprirne le potenzialità pedagogiche ed educative.

Docente Emilio Bertoncini, lucchese dal travolgente entusiasmo, agronomo e guida ambientale, coadiuvato da Silvia Mozzi, pedagogista di Koinè e da Matteo Dosso, educatore ambientale della cooperativa che ha collaborato con Emilio durante lo scorso anno educativo nella realizzazione dell’orto del Nido Golgi-Redaelli.

 

IL RACCONTO DI CHI C’ERA

Il racconto dell’esperienza da parte di un’educatrice di nido rende l’idea di quanto vissuto dal gruppo più di mille parole:

Con Emilio Bertoncini… Zappato abbiam zappato!

Nel giardino del nido, in un luogo reale. Non pochi orti grandi ma tanti orti piccoli. Non con zappe piccole ma con piccole zappe adatte alle mani piccole dei bambini sperimentando comunque tanta fatica, grande assente invece, del mondo virtuale.

Coltivato? Sì!

Ho coltivato dimensioni educative del fare o del non fare. Dello stare a guardare con competenza, e in attesa e dell’agire in modo divergente.
Coltivato sguardi attenti tra dentro e fuori, tra facciamoci vedere di più da fuori e non solo da dentro.

Abbiamo atteso

Ho atteso il sole ma siamo stati bene anche con la pioggia, dimostrando che “non esiste un buono o cattivo tempo ma solo un buono o cattivo equipaggiamento”.

E anche seminato

Ognuno di noi ha seminato idee nuove e ha innaffiato con un senso educativo più che seguendo le buone pratiche del contadino. Fiori con legumi. Semenze di grano a pioggia in uno spazio minimo di terra dentro uno stretto vasetto di torba più per il piacere di versare, arricchire,  trasportare- ed essere trasportati- che per  una improvvisa  voglia di produrre intensivamente grano seppur biologico; spicchi d’aglio anche a testa in giù ispirati, forse, dall’inavvicinabile creatività dei bambini e semi di ravanelli gialli scoprendo che possono essere rotondi, oblunghi, grandi o piccoli, rosa e viola, bianchi e neri e non solo rossi.

Soprattutto abbiamo curato la cura come “prendersi cura” degli orti trasportabili o in piena terra e dei bambini che possono utilizzare gli orti come mezzo per comunicare, per esprimere emozioni, come prova di scoperta e sperimentazione di facile frustrazione per il probabile fallimento, come metafora di crescita, come libro per apprendere e fare esperimenti empirici e scientifici o semplicemente per giocare.

Infine abbiamo, ho finito! con la voglia di ricominciare e continuare a coltivare nuovi luoghi educativi e possibilità altre

Laura, una educatrice contenta di aver partecipato al corso  

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