Fase 2: genitori e figli come stanno?

L’arrivo del Covid – 19 nelle nostre vite ci ha costretto a cercare nuovi equilibri in ciascuno di noi, così anche nel complesso sistema delle dinamiche familiari. In breve tempo sono venuti meno i pilastri del nostro vivere quotidiano: il lavoro e la scuola (perlomeno nella loro accezione tradizionale), la vicinanza delle persone care, amici e parenti. In ambito familiare, si è trattato di una vera e propria rivoluzione: una “ristrutturazione” della propria “casa”, intesa sia come luogo fisico, dove il tavolo da cucina si è trasformato in banco di scuola e postazione di lavoro, ma anche inteso come “nido”, un posto in cui ci si sente protetti, uno spazio mentale e relazionale del nucleo famigliare. Questa rivoluzione della famiglia e delle sue abitudini, potrebbe aver generato momenti di piacevole condivisione, di riscoperta dell’importanza delle piccole cose, ma anche vissuti di fatica, frustrazione, paura e sofferenza e dove quel senso di protezione, caratterizzante il nido, potrebbe essere venuto meno.Ma oggi, che siamo da poco entrati nella tanto attesa Fase Due, i bambini e genitori come stanno?

L’impegno del genitore non è riconducibile solo alla mera gestione dei figli tra smartworking o rientro a lavoro, compiti e faccende domestiche, ma è anche e soprattutto sostenere il carico emotivo e le difficoltà emergenti dell’intero nucleo, conseguenza dello stravolgimento dei mesi precedenti e dell’ingesso in questa nuova fase di ripartenza. Si tratta ancora oggi di una situazione in continuo mutamento e colma di incognite, in cui ciascuno di noi è costretto, giorno per giorno, ad un nuovo adattamento e ad una difficile elaborazione dei propri vissuti.

I bambini dal canto loro, come noi adulti, vivono la fatica di questo stato di emergenza. Sebbene non sempre riescano a tradurre in parole ciò che provano e pensano, è facile che lo facciano attraverso comportamenti e atteggiamenti a volte insoliti e talvolta difficili da tollerare per i genitori: aumento dei capricci e aggressività, somatizzazioni del corpo, difficoltà nello stare da soli e a separarsi, paure e fantasie disturbanti ecc.

Dunque, I genitori si trovano spesso soli di fronte a questi segnali e nell’ interpretare i comportamenti messi in atto dai propri figli, condizione per nulla semplice, soprattutto se sono loro stessi impegnati ad affrontare le proprie difficoltà che inevitabilmente questa condizione comporta.

Un professionista, come lo psicologo, può sostenere e guidare la coppia genitoriale in questo difficile compito, accompagnandoli in un lavoro di accoglienza dei bisogni e attraversamento delle difficoltà specifici ad ogni nucleo familiare.

Così racconta le difficoltà della Fase 2  Renata Zuccalà, psicoterapeuta del centro specialistico Astrolabio di Novate che riapre da lunedì 8 giugno. 

Leggi anche il contributo di Veronica Galassi di Astrolabio su STUPORE ALL’APERTO

Chiedere supporto in Astrolabio non significa chiedere aiuto ad un solo professionista, ma all’intera equipe, in un contesto – Koinè – che da 30 anni si occupa di servizi alla persona, all’infanzia e alle famiglie.
Riconosciamo la complessità e la ricchezza di ognuno e fondiamo il nostro lavoro sul confronto e la sinergia tra professionisti diversi e complementari.
Dopo alcuni mesi di chiusura forzata torniamo ad aprire la sede di Novate per essere il più vicino possibile alle famiglie, anche da un punto di vista geografico e offrire una risposta tempestiva, senza liste d’attesa e a prezzi calmierati.
Lavoriamo in rete con i servizi pubblici e le altre realtà locali perché crediamo nel territorio come risorsa.

Logopedista, psicologo, mediatore familiare, psicomotricista sono tra i professionisti che si possono trovare in Astrolabio

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